“Quando l’amore sa osare la speranza” – E’ la questione dei cosiddetti “miracoli” che interessò per lungo tempo anche la chiesa della Madonna del Carmelo sopra Trava (comune di Lauco) – a partire dalla sua costruzione nel 1660 ad opera di Giobatta Gonano – ove si riteneva potessero avvenire temporanee resurrezioni di bambini nati morti o morti prima di ricevere il battesimo. Miracoli ottenuti per intercessione di Maria Santissima, implorata da madri sofferenti e da specializzate mediatrici della grazia divina chiamate “Meneghesse” (spessissimo erano le stesse levatrici/ostetriche che avevano assistito al parto) allo scopo di rilevare il minimo segno di vita nei bambini e consentire un rapido battesimo delle creature che, altrimenti, sarebbero state destinate all’eterno “Limbo”.
La Chiesa, da sempre a conoscenza dei rituali, al tempo stesso non li ha mai considerati come vincolati alla fede cattolica né come oggetto di “rivelazione divina”, ma piuttosto una indagine umana sull’esperienza della salvezza in Cristo. Il Limbus (dal latino lembo,orlo) era considerato uno spazio astratto ai margini del paradiso, in cui avevano trovato posto anche i santi patriarchi e i profeti di Israele vissuti prima di Cristo. Non era considerato un luogo di castigo, ma un luogo di beatitudine naturale.
Pur in questa accezione del significato di Limbo, per molti genitori poter consentire al proprio bambino di “essere resuscitato per ricevere il battesimo e uscire dal Limbo” restava l’estremo atto di amore da donare al proprio figlio morto. Per questo molti di loro, con grande fatica e pericolo, facevano lunghi viaggi con il “piccolo corpo” pur di ottenere la Grazia e consacrarlo a Dio.
La visita al Santuario del Respiro della Madonna di Trava è stata organizzata dalla dott.ssa Novella Buiani (psicologa, psicoterapeuta perinatale, esperta nel lutto perinatale) si è svolta sabato 16 marzo.
Ritrovo nella piazza del paese di Trava alle ore 10.00 e salita a piedi fino alla chiesetta situata a circa 2 chilometri di distanza. I partecipanti, una ventina di persone tra cui diverse ostetriche, sono stati accolti dalla dott.ssa Gabriella Bolzan (Vicesindaco di Lauco, con delega alla Cultura e Tempo Libero) che ha presentato brevemente l’architettura della chiesetta e i successivi rifacimenti frutto di donazioni di emigranti del luogo.
Una volta entrato all’interno, il gruppo è stato intrattenuto dalla dott.ssa Federica D’Orazio (educatrice e curatrice museale, attiva in realtà museali friulane e carniche) che ha spiegato quali fossero gli scopi di questi luoghi di culto (presenti in più punti dell’arco alpino italiano, ma anche in Svizzera, Germania, Austria, ecc.) e di come i rituali del rinnovo del respiro fossero praticati anche dai preti per quanto la Chiesa ufficiale non riconoscesse queste pratiche.
I bambini che ricevevano il “miracolo” venivano poi battezzati e seppelliti nell’attiguo piccolo cimitero (nel corso dei lavori di conservazione della chiesetta sono state ritrovate molte piccole cassettine che sono state poi ricollocate la loro posto). Per i bambini che non ricevevano il “miracolo” non era possibile accedere al battesimo, ma venivano comunque tumulati attorno alla chiesetta, in terra non consacrata, ma a stretto contatto con l’acqua in quanto elemento fondamentale del rituale e fonte di rinascita oltre che di Vita. Sono state trovate, infatti sepolture sotto le gronde della chiesetta poiché da lì sgorgava l’acqua piovana proveniente dal tetto.
La visita è poi proseguita scendendo nuovamente in paese dove sono state visionate le “Fontane di Trava”, molto interessanti per la loro originale architettura e il pregio al punto da essere catalogate dal Centro Culturale di Villa Manin. La gita si è conclusa con una passeggiata fino alla chiesa di San Michele.
La mattinata, inizialmente nuvolosa, si è poi rischiarata e ha consentito di godere anche del meraviglioso panorama che sovrasta la valle del Tagliamento.
Una bellissima esperienza per tutti (si allegano alcune foto).
Patrizia, Veronique, Valentina, Lara, Sara, Gloria